LA PREVENZIONE DEI TUMORI MASCHILI: STRUMENTI PER LA DIAGNOSI PRECOCE

A cura del Dott. Andrea Zitella, S.C. Urologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.

Tra i tumori che più frequentemente colpiscono gli uomini in età adulta, il tumore prostatico è il più importante. Il carcinoma della prostata colpisce ogni anno fino a 1,4 milioni di persone nel mondo e, in Europa, è diagnosticato ogni anno in più di 95 uomini ogni 100.000 abitanti.
Non sempre il tumore prostatico viene diagnosticato e, soprattutto, non sempre si manifesta, cioè cresce in maniera tale da costituire un problema di salute. La grossa sfida è quindi riconoscere quelle forme di neoplasia in grado di svilupparsi in modo rapido e pericoloso per la vita del paziente, lasciando in sorveglianza quelle forme che sono destinate a rimanere indolenti per tutta la vita.
Per riconoscere in modo precoce i tumori nella popolazione i sistemi sanitari utilizzano i test di screening. Esempi di screening efficaci sono la mammografia, il pap-test e la ricerca del sangue occulto nelle feci.
Per i tumori prostatici, invece, non abbiamo a disposizione veri test di screening, cioè strumenti da applicare in maniera generalizzata su tutta la popolazione maschile, proprio per le particolari caratteristiche di questi tumori. Si tratta, infatti, di una neoplasia estremamente frequente ed eterogenea. L’insorgenza è legata solo all’età ed, eventualmente, a fattori di rischio: etnici (è più frequente ed aggressivo nella popolazione nera) e familiari (uno o più familiari di I grado con tumori di prostata o di mammella insorti ad età inferiore ai 60 anni).
Il comportamento di questa neoplasia, inoltre, è eterogeneo: a volte è molto aggressivo mentre in altri casi è indolente, con uno sviluppo talmente lento da non comportare problemi di salute nel corso della vita.
Cosa possiamo fare, allora, per prevenire questa malattia così frequente?
Abbiamo oggi due strumenti straordinari ed efficaci per la diagnosi precoce e per la caratterizzazione delle neoplasie alla prostata, che consente di distinguere i tumori che meritano un trattamento immediato e quelli che possono essere semplicemente soggetti a sorveglianza. Non si tratta, però, di strumenti di screening, cioè applicabili indistintamente su tutti e con risultati netti (positivo o negativo). Questi test, al contrario, devono essere applicati su uomini dopo l’analisi dei fattori di rischio individuali (età, origine etnica, familiarità, sintomi) ed interpretati dal medico di famiglia in collaborazione con lo specialista urologo.
Questi due strumenti sono l’esame su sangue del PSA integrato eventualmente con la risonanza magnetica multiparametrica della prostata. Il risultato di questi due test deve essere interpretato da specialisti urologi in centri di diagnostica avanzata ove siano disponibili tecnologie per eseguire, nei casi necessari, biopsie super selettive (mirate sulle immagini di risonanza). Sono metodi che consentono di riconoscere in fase precoce il tumore e classificarlo attribuendo il corretto rischio specifico. Questo percorso consente di guidare il paziente nelle scelte di cura più appropriate: dalla semplice sorveglianza dei casi indolenti alle tecniche mini invasive focali per tumori a rischio basso o intermedio, fino ad interventi di chirurgia robotica più complessa.

Fondazione Ricerca Molinette dedica il mese di novembre alla sensibilizzazione sui tumori maschili, grazie alla Campagna “Un Baffo per la Ricerca”. La campagna diffonde consapevolezza sull’importanza della prevenzione e raccoglie fondi per i progetti di ricerca clinica sul tumore alla prostata della S.C. Urologia Molinette. Per maggiori informazioni e per sostenere la campagna: clicca qui

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